La valorizzazione delle fecce è un esempio perfetto di economia circolare sostenibile: dalle stesse infatti è possibile ricavare alcol “avanzato”, tartrato di calcio e biogas.
La vinaccia è un sottoprodotto naturale della lavorazione del vino. La stessa viene processata mediante gli impianti di vinellazione e di distillazione che ne estraggono la componente alcolica (alcool grezzo avanzato). Successivamente la vinaccia “disalcolata” viene lavorata nell’impianto di essiccazione per ottenere il vinacciolo essiccato (semi essiccati dell’acino dell’uva) e per ultimo i residui della distillazione vengono processati dall’impianto di digestione anaerobica per ottenere biogas, mentre la frazione della biomassa viene utilizzata in caldaia per produrre energia.
Il vino è distillato tramite un processo di distillazione continua. Dalla distillazione del vino si ottengono: alcol neutro ed acquavite di vino, in funzione della domanda di mercato. L’ acquavite di vino viene successivamente invecchiata in botti di rovere aventi una capacità totale di 80.000 ettolitri. Il rigoroso processo di invecchiamento certificato dalle Dogane conferisce al prodotto un’autentica età e la permanenza nelle botti di rovere dona un unico ed irriproducibile aroma caratteristico.
Il tartrato di calcio è un semilavorato ricavato dalla componente non alcolica della distillazione delle fecce di vino chiamata “borlanda”. La borlanda viene processata mediante l’impianto di concentrazione (batteria tartrato) per realizzare cristalli di tartrato di calcio. I cristalli vengono a loro volta essiccati e successivamente utilizzati per la produzione di acido tartarico naturale.
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